Ambaradan – Il nero nazifascista. attore, regia, sceneggiatura.

Last updated on 27 Maggio 2021

Vincitore della seconda edizione del Bando MigrArti 2017 del Ministero dei Beni,
Attività culturali e Turismo (Mibact), il cortometraggio “Ambaradam” sbarca alla
74ma Mostra Internazionale di Arte cinematografica di Venezia, negli eventi
collaterali, con due proiezioni giovedì 7 settembre ore 11.30 (Sala Casino) e venerdì
8 settembre ore 9 (Sala Casino).

La regia è di Paolo Negro e Amin Nour, la cui idea è all’origine del filmato. Il corto è
stato prodotto dalla Tauron Entertainment. Srl.


Particolarità del progetto è stata la regia a quattro mani e due aiuti regia, con una
troupe multietnica per dare un esempio di prodotto frutto di sinergie. Il progetto è a
firma dell’associazione culturale Neri Italiani/Black Italians (NIBI). E’ il frutto di un
anno di ricerche, incontri ed interviste realizzati da NIBI a soggetti di origine
straniera che abbracciano ideologia di estrema destra. La diversità nella diversità.
“Lo scopo del cortometraggio è quello di raccontare la crisi d’identità, il razzismo,
l’integrazione sotto una chiave ironica e sociale, da un punto di vista eccentrico,
capovolgendo lo stereotipo dello straniero, mostrando quindi le varie sfaccettature
delle seconde generazioni” sottolinea la note di regia.

“Ambaradan” non può essere più di attualità: apre sulla notizia di una protesta di
cittadini a Lampedusa per l’afflusso di massa di migranti sull’isola, sbarcati in più di
6000, e sulle difficili condizioni di vita per la popolazione locale. Una notizia ormai
quotidiana, soprattutto nei mesi estivi in cui condizioni meteo favorevoli portano ad
un incremento degli arrivi. In realtà una costante negli ultimi anni, non più
un’emergenza come viene presentata dai media e dai politici…

La macro storia della sfida dell’immigrazione e delle sue ripercussioni sulla società
italiana – per giunta impaurita dalla minaccia del terrorismo – intrecciano la micro
storia, quella di Luca, ormai adolescente. A quella notizia ascoltata alla radio, Luca
risponde “aiutiamoli a casa loro (…) qui c’è già troppa gentaglia…”
Da bambino Luca è stato adottato direttamente in Africa da una famiglia romana.
Dai frequenti flashback sulla sua infanzia tornano a galla momenti di sofferenza,
discriminazioni, pregiudizi e ingiustizie patite in prima persone, subite sulla propria
pelle (“a scuola mi leccano per sapere il mio gusto”) che hanno fatto crescere Luca con la convinzione di essere sbagliato poiché diverso, poiché nero, poiché africano.
Come la goccia che cade ogni giorno, in età adolescenziale il protagonista ha un
bisogno immenso di sentirsi accettato dagli altri, integrato e soprattutto
riconosciuto. La ricerca disperata della sua affermazione identitaria lo porta sulla
strada della violenza – sia verbale che fisica – portandolo a buttare fuori
all’impazzata tutta la rabbia accumulata dentro di sé nel corso degli anni.
L’altro tema di grande attualità toccato dal corto riguarda la legge di cittadinanza
italiana, bloccata da mesi al Senato dopo la sua approvazione alla Camera dei
deputati.


La storia di Luca è quella di una forzatura, una grande menzogna. Lo vedi con i suoi
amici al bar del quartiere, parlare romanaccio, atteggiarsi come loro in modo
irruente e provocatorio. In realtà la sua è un’integrazione fallita, lui è un personaggio
in crisi profonda, un perdente, che si gonfia di orgoglio, testardo e pertanto rischia
di perdere l’affetto più grande che abbia mai avuto: quello della madre, rimasta
vedova.


Luca sfoggia un razzismo violento, un’intolleranza estrema che lo porterà a
compiere gesti distruttivi quale l’assalto all’abitazione di un suo coetaneo e della
mamma, di origine somala, appena trasferiti in una casa popolare, accusati di essere
“sporchi negri, ladri di casa”.


Alla fine del corto si apre uno spiraglio di speranza, forse l’inizio della risalita, un
tentativo di ribaltare il suo percorso di vita: in spiaggia i pseudo amici del
protagonista se la prendono con un bambino di colore che sta in mare. Il piccolo
risponde di essere italiano, suscitando l’ira dei due. Luca, che si rivede in quel
bambino, trova la forza di intervenire in difesa del ragazzo e si presenta non più
come “nero italiano” ma come…Luca.


In parallelo alla produzione del cortometraggio è stato realizzato un documentario
che prevede il backstage, interviste e approfondimenti sui temi connessi alla storia
del cortometraggio. Raccontando le sfumature del set che si celano dietro alla
produzione, realizzazione e distribuzione del materiale. Il documentario oltre a
raccontare la vita da set entrerà nell’intimo dei protagonisti e dell’associazione NIBI,
mostrando i loro sentimenti, storia, ambizioni e obbiettivi. Oltre alla presentazione
ai festival e alla diffusione sui social network, il corto verrà proiettato nei vari istituti
scolastici per creare dei momenti di dibattito e confronto costruttivo tra le G2
(seconde generazioni) portatori del progetto e gli studenti sulle tematiche affrontate
dal corto.

Soggetto “Ambaradan”

Luca è un ragazzo sui vent’anni. Un ragazzo un po’ particolare. Non per il colore della
pelle (nero appunto) che tradisce il suo nome italianissimo, quanto per la vivacità del suo
carattere.
Luca è un nero italiano, ma non un nero italiano qualunque: Luca è fanaticamente italiano,
nel senso più fascista del termine.
In camera sua svettano manifesti inneggianti a partiti xenofobi e di destra, quelli degli
slogan “aiutiamoli a casa loro” per intenderci.
Ostenta un’avversione così radicale e radicata per il “diverso”, per l’invasore di colore che
fa l’accattone, per il terrorista che si nasconde tra i profughi, da mettere in vivo imbarazzo
persino sua madre, una dolce e sensibile casalinga di mezza età.
Luca è fascista. Lo si evince dalle amicizie di cui si circonda: rissosi e scostanti
attaccabrighe di periferia. Quella stessa periferia romana, socialmente problematica, da
cui lui proviene e che nasconde il seme dell’odio e della guerra tra poveri.

Questi suoi modi scontrosi rivelano la storia di un’identità sempre messa in discussione. Il
docile bambino, un po’ introverso, sempre giudicato da coetanei e adulti in base al colore
della pelle, ha lasciato il posto ad un ragazzino pieno di risentimento, desideroso di
conquistare con l’uso della forza quell’identità troppo spesso negata.
Attraverso brevi ma vividi squarci nel suo passato Luca mostra allo spettatore chi era, da
dove viene e cosa è diventato. Si succedono, sotto forma di flashback che spezzano il
racconto della sua routine quotidiana, diversi significativi momenti: da quella volta che un
gelataio, intenerito dal suo aspetto “diverso” fra i tanti volti bianchi e privilegiati della sua
classe elementare, ha provato a offrirgli un gelato registrando però il disappunto della sua
maestra, alla volta in cui si è scontrato con la madre alla riunione genitori-insegnanti
perché aveva cominciato a bullizzare i propri compagni in risposta agli anni di soprusi e
angherie ricevuti.


Eppure Luca non è solo questo. Lo capisce il giorno in cui, rilassandosi sul litorale di Ostia,
si rivede e si rispecchia in un bambino nero che riceve le stesse “attenzioni ironiche”,
ricevute da lui in passato, da parte dei suoi amici.
L’incontro con questo bambino un po’ vivace gli consentirà di riprendersi un po’ di quella
umanità persa lungo il percorso.
Ma sarà l’ennesimo tentativo un po’ maldestro di rivendicare la sua identità. Sempre a
modo suo si intende. Della serie “Io sono io … e voi non siete un cazzo!”.

AMBARADAN – SCHEDA TECNICA

Durata: 14’59

Sceneggiatori: Mauro Cataleta, Paolo Negro, Amin Nour, Alessio Partenopeo

Registi: Amin Nour, Paolo Negro

Produttori esecutivi: Valentina Quarantini, Marco Luca Cattaneo

Coordinatore di Produzione: Francesca Scanu

Segretari di Produzione: Simone Bartolini, Silvia Brunelli

Aiuto Regia: Andrea Zuliani

Secondo Aiuto Regia: Gaston Biwolé

Assistente Regia: Re Salvador

Segreteria di Edizione: Lara Saderi

Casting Director: Azzurra Martino

Direttore della Fotografia: Victor Torrefiel Vicente

DIT: Daniele Paglia

Fonico: Antonio Casella

Scenografo: Ivan Portelli

Assistente scenografo: Marianna Sartore

Costumista: Laura Chiusolo

Aiuto Costumista: Arianna Braga

Truccatrice/Parrucchiera: Ilaria Di Lauro

Capo Macchinista: Mario Cecconi

Direttore di Post Produzione: Claudio D’Elia

Montatore video: Fulvio Forti

Titoli e Grafica: Francesca Chialastri

Colorist: Daniele Paglia

Montatore del Suono: Antonio Casella

Colonna sonora: Alessandro Paolini

Testo stornello: Matteo Persica

Voci stornello: Rizo

CAST 

Luca – Germano Gentile

Giovanni – Andrea Ottavi

Marina, mamma Luca – Marzia Ercolani

Marco – Mauro Cataleta

Sabrina – Luisa Casasanta

Mohamed – Amin Nour

Luca Bambino (10 anni) – Terry Idahosa Okojie

Bimbo spiaggia – Vito Vincenzo Salle

Ambulante – Emmanuel Dabone

Mamma Mohamed – Yusuf Tahir Hodan

Parroco Chiesa – Giuseppe Cerra

Maestro Boxing – Massimo Nardi

Proprietario palestra – Marco Imperatori

Con la partecipazione straordinaria di Paolo Paoloni

Abaradan trailer: