Last updated on 29 Gennaio 2021
Vi scriviamo perché, dopo l’accantonamento della riforma sullo “#IusSoliTemperato” (#IusCulturae) da parte del governo Gentiloni nel panorama del dibattito politico italiano, sembra che questa tematica sia stata per troppo tempo un tabù e che sia ritornata ora visibile solo a causa di un evento che, fortunatamente, si è concluso senza vittime né spargimento di sangue che ha coinvolto italiani di origine diversa alcuni dei quali, però, si sono trovati dalla parte delle vittime.Non solo per essere stati vittime di un sequestro e di una tentata strage ma anche per aver ancora una volta dovuto vivere la negazione di un diritto, quello di cittadinanza, da parte di un altro governo.Noi vorremmo una legge di cittadinanza per i bambini e le bambine cresciute qui che vivono una discriminazione burocratica partendo dalla scuola dell’obbligo.Non riconoscere la cittadinanza a coloro che sono nati o cresciuti nel nostro paese con origine diversa, vuol dire negare la realtà: ovvero che l’Italia è da sempre un paese multiculturale dove la radicata identità nazionale e locale deve dialogare con una molteplicità di culture diverse all’interno di una compagine di valori condivisi
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Ancora una volta è come se quel milione di Italiani che vedono negato un diritto fondamentale, non contassero nulla. Mentre il riconoscimento di quel diritto incarnerebbe appieno quel precetto della nostra Costituzione che stabilisce sia compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, ed impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.Difatti Il principio di uguaglianza formale e sostanziale definito nell’ #art3 della Costituzione impone che i principi e i valori in esso contenuti siano effettivi e che lo Stato debba esserne garante.
Ora, a valle di un fatto di cronaca, il tema è tornato di attualità nel dibattito politico. Ma noi rifiutiamo categoricamente l’idea che la riforma della cittadinanza venga associata ad un colore politico e che venga strumentalizzata a fini elettorali.La lotta per l’estensione del diritto di cittadinanza è una lotta giusta, che va nella direzione dell’ eliminazione delle diseguaglianze sociali e politiche. E’ una battaglia sacra per il bene di questo nostro Paese.Pensiamo sia giunto il momento di riprendere la lotta, e di affrontare il tema della cittadinanza in maniera adulta, senza farci influenzare dai vari partiti politici creando un lessico che si distingua per qualità e neutralità da quello utilizzato nei dibattiti politici di oggi e di allora.
Vogliamo quindi organizzare una campagna forte, condivisa e capillare.Vogliamo lanciare, dal prossimo 9 maggio al 2 giugno 2019, una serie di iniziative che riportino in Parlamento il tema della riforma dello Ius Culturae. Attraverso manifestazioni, flashmob, dibattiti, cineforum, interviste vogliamo costruire un percorso che per venti giorni riporti il tema della cittadinanza al centro dell’attenzione.Vogliamo che quella riforma sia approvata, vogliamo che l’iter per la richiesta di cittadinanza, come minimo, sia riportato al limite di due anni.Vogliamo, ancora, che il contributo economico necessario per una richiesta di cittadinanza sia riportato ai livelli standard europei.
Ma vogliamo anche essere capaci di coinvolgere tutti gli Italiani e di far sì che ognuno senta come propria questa battaglia per la civiltà ed i diritti civili.Abbiamo così scelto di creare un ponte tra due date significative soprattutto per la storia del nostro Paese: il 9 maggio in quanto Festa dell’Unione Europea dal 1985 (Dichiarazione Schuman del 1950); proclamazione dell’ impero coloniale italiano,1936; fine de facto della seconda guerra mondiale in Europa,1945) ed il 2 giugno (nascita della Repubblica Italiana, 1946; Il governo degli Stati Uniti conferisce la cittadinanza a tutti i nativi Americani, 1924) costruendo un percorso lungo tre settimane per approfondire insieme i temi sollevati.Pensiamo quindi di organizzare, per il prossimo 9 maggio, una grande marcia per i diritti. A tal fine, organizzeremo come tappa di avvicinamento alla manifestazione una riunione nazionale il 2 maggio.La marcia per i diritti vuole essere una marcia universale, una dimostrazione di cooperazione e solidarietà tra esseri umani. Non possono esistere discriminazioni quando di parla di diritti umani.
Questa società ci ha insegnato a ragionare in termini individualistici e a concentrarci ognuno sulla propria triste condizione sociale. Nel nostro Paese le minoranze si isolano per proteggersi e rimangono confinate ai margini della nostra società, circoscrivendo se stesse all’interno di uno stereotipo sociale imposto dalla cultura dominante, predefinito dalla stessa società discriminante. I “neri”, i “musulmani”, le “donne”, i “rom”, i “gay”, gli “ebrei”, i “cattolici”, ecc.Questi stereotipi sono la causa di discriminazioni politiche e culturali che ostacolano la coesione sociale. Ogni minoranza rappresenta un potenziale apporto positivo alla società ma se resta isolata non ha il potere di produrre nessun reale cambiamento sociale, politico o culturale.Le marce per i diritti devono essere il collante di una nuova società che convive sotto un’unica bandiera, quella umana.
La strategia di dividere per poi governare è da sempre usata per favorire i gruppi predominanti e opprimere le minoranze. Ma sono anche le stesse minoranze che si ghettizzano.Per guardare verso un futuro migliore e ottenere tale risultato occorre fare un lavoro interno di solidarietà, collaborazione e cooperazione. Questa marcia, queste marce, possono e devono essere la piattaforma iniziale per dare il via ad una nuova forma di coscienza.La consapevolezza di vivere la privazione di alcuni diritti è la base che può avvicinare tutte le parti discriminate all’interno della società. Fra queste il colore della pelle e/o l’origine etnica riguardano persone che debbono lottare in modo solidale per rivendicare ciò di cui hanno diritto. Allo stesso tempo la diffusione della conoscenza di queste discriminazioni da parte di tutti è la condizione necessaria per raggiungere l’obiettivo di superarle.La marcia è un punto di incontro per incamminarci insieme verso la strada che porta all’ascolto dell’altro e alla conquista dei diritti umani e civili.Il “nero”, unito a tutte le altre minoranze, forma un insieme di esseri umani che, tutti, subiscono una discriminazione sostanzialmente sempre la stessa: non essere considerati pienamente umani
.I Firmatari:
Amin Nour Giampiero Obiso, Diana Pesci, Elisabetta Cutrale, Giovanna Graziano, Federica Fefe Cordasco, Alessandra Bernii, Alpha Diallo, Francesca Lacaita , Amadou Duval per il gruppo “ Attivismo, italiani di origine diversa,discriminazioni”Sonny Olumati
Anthar Marincola
Antonella Bundu
Pape Diaw
Elizabeth Arquinigo
Barros Paolo
Stephen Ogongo
Alì Listì Maman
Cara Italia
Jonis Bascir
Silvia Dumitrache
Badara Seck
Maurella Carbone
Sogni di un uomo – Soumaila Diawara
Hilarry Sedu
Sy Gallo
Liana Novelli Glaab
Simon Samaki Osagie
Valentina Vergani Gavoni
Elena Guerra
Fayo Abdi Houssein & Jamal
Valeria Castellano
Balkissa Maiga
Liliana Mele
Associazione Veronetta Centoventinove
Partito della Rifondazione Comunista
Sinistra Europea – Italia
Diem25
Amnesty International Italia
Zanko El Arabe Blanco
Mind The Flow
Associazione The Cosmopolitan
Associazione Mamme per la pelle
Master DNA
Derek Lèmar
Anna Maria Rivera
Marcello Paolozza
Lilia Trapani Hartmann
Renata di Leone
Bob Fabiani
AfricaLand Storie e Culture africane p
MOVIMENTO DEGLI AFRICANI
Associazione NIBI : Neri italiani – Black italians
Wissal Houbabi
Federica De Matthias
Luis Lageder
Amir Issaa
Simone Castronuovo
Alessandra Vincenti
Sara El Debuch
Amref Italia
Mirko Iannizzi
Movimento politico Scintilla
Andrea Maccarrone
Collettivo a4arte
MUSArts Ology
La Disillusione- Blog
Caterina Irdi
Carlo Cartello
Matias Mesquita
Associação Angolana Njinga Mbande.
Thamisanqa Molepo
Vanesa Rodriguez Feltan e Francesco Pucci
èviva Movimento Politico
Fraternità Haitiana Onlus
Biwolè Gaston
Fondazione Nilde Iotti Livia Turco
Yoon C. Joyce
Iliri Jacellari
Collettivo N
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Pietro Bartolo
Radicali Italiani
Radicali Roma
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Ramona Capaldo
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ANPI provinciale
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Diamoci una mossa contro il razzismo